A coronare la bellezza del comprensorio, vi è anche il ponte Real Ferdinando, dal nome di Re Ferdinando II, che lo fece costruire. Progettato nel 1825, e iniziato a costruire nel 1828, fu ultimato nel 1832. Un’opera, un’autentica novità per l’epoca, e una realizzazione tecnologica all’avanguardia, progettata dall’ingegnere napoletano Luigi Giura. La passerella, sostenuta da un sistema di tiraggi a catene di ferro, è ancorata a sfingi poste ai due ingressi. È stato il primo ponte del genere realizzato e il secondo in Europa, dopo quello di Telford in Gran Bretagna.

Il ponte fu fatto saltare dai tedeschi in ritirata nel settembre 1943, ma ricostruito negli anni novanta del secolo scorso. La ricostruzione, secondo il progetto originale, ebbe inizio nel 1990 ed è stato completato nel 1998. Da allora le iniziative proposte, che avevano al centro il ponte, non hanno prodotto gli effetti desiderati, mentre costituisce un grande potenziale nell’insieme della riqualificazione dell’intera area.

Il primo elemento è, appunto, quello di considerare il Real Ferdinando in una visione unitaria con l’intero comprensorio e non immaginarlo come elemento a sé. Un ponte, poi, va anche ricordato che è un mezzo di collegamento tra le persone, di scambio di merci e di cultura, di costruzione e di collaborazione culturale. Per tutte queste ragioni anche questo ponte solenne, che dopo quasi 200 anni attraversa di nuovo con una unica campata l’ultimo tratto del Garigliano, è il luogo ideale per promuovere l’identità e la storia del luogo.

Come avviene da secoli e stabilmente per esempio sul famosissimo Ponte Vecchio di Firenze, che ospita i più grandi gioiellieri della città, Il Real Ferdinando potrebbe ospitare periodicamente esposizioni artigianali del territorio, eccellenze agricole e culinarie, mostre pittoriche di artisti locali e nazionali, serate di poesia: un luogo di passaggio e di scoperta di culture e di bellezza. In questo modo la visita al ponte non sarebbe una mera passeggiata sospesa sul Garigliano, in sé stessa pur meritevole comunque di una visita, ma una immersione nel tempo e nello spazio, arricchendo la confinante area archeologica di una ulteriore attrattiva per i visitatori.